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4 luglio 2022

Ormeggiare un catamarano, i trucchi da conoscere

Vi spieghiamo cosa cambia quando si ormeggia un catamarano rispetto a un monoscafo

I catamarani sono le barche del momento. Sono molto spaziosi, comodi e quando si naviga con venti sostenuti non si inclinano e non strozzano: stiamo parlando di vere e proprie ville sul mare naviganti!

Come ormeggiare un catamarano

Nell'articolo precedente vi abbiamo offerto una guida su come ormeggiare una barca a vela monoscafo. Ma quando si tratta di ormeggio e disormeggio, il catamarano reagisce in modo diverso rispetto a una barca a vela monoscafo. Diverso non significa più difficile. Anzi.

Un Lagoon 55 in ormeggio

 Ormeggiare un catamarano, i vantaggi rispetto al monoscafo

Partiamo da un concetto base: considerato che il catamarano dispone di due motori entrobordo (uno per scafo), la distanza tra le due eliche fa sì che la manovrabilità sia migliore rispetto a una barca a motore con le eliche ravvicinate (che, in questi casi, ha spesso bisogno di una terza elica di manovra a prua).

Siete mai stati in canoa o kayak? Se si, vi ricorderete che per ruotare su voi stessi vi basta remare da un lato in avanti e alternare pagaiate in senso inverso dall’altro lato. Lo stesso accade per i catamarani: innestando la marcia avanti sul motore di uno scafo e la marcia indietro sull’altro, il catamarano ruota su sé stesso. Una caratteristica che rende più semplice ormeggiare e disormeggiare in spazi ristretti. In alcuni casi (ad esempio se si manovra con vento assente e spazi ristretti) è consigliato bloccare le ruote dei timoni al centro e procedere a manovrare soltanto di motori.

Il pescaggio ridotto e l’assenza di bulbo infine (anche se può essere uno svantaggio, come vedremo) riduce di molto il rischio di toccare il fondo in caso di acque basse o di secche e oggetti semi-sommersi.

Un Catamarano Lagoon ormeggiato al porto di Ostia

Ormeggiare un catamarano, gli svantaggi rispetto a un monoscafo

Come anticipato, il catamarano non si comporta come un monoscafo in manovra. Vediamo i punti che potrebbero invece costituire un problema - più che sormontabile! - per chi si è avvicinato da poco ai multiscafi.

Bisogna tenere conto, innanzitutto, che la maggioranza dei catamarani ha le eliche a poppa, e non a prua, del timone e quindi sia il perno di rotazione della barca che l’effetto del flusso dell’elica sui timoni cambia rispetto al mondo dei monoscafi. Occhio alle trappe degli ormeggi. Con le eliche a poppa è facile la cima si ingarbugli in esse: quindi, gente la trappa più distante dallo scafo con il mezzo marinaio rispetto a quanto fareste su un monoscafo.

Altro punto a cui prestare attenzione è la maggiore superficie esposta al vento in fase di manovra. L’opera morta degli scafi, la tuga, addirittura il flybridge in alcuni modelli fa sì che i metri quadri che la barca offre al vento siano superiori rispetto a quelli di un monoscafo di eguale dimensione. Va aggiunto inoltre il minor effetto di contrasto allo scarroccio derivante dal pescaggio ridotto.

Conclusioni e un consiglio

Avete visto che ormeggiare un catamarano, rispetto a un monoscafo, non è più difficile, ma solo diverso, con i vantaggi egli svantaggi derivanti dal doppio scafo. Due ultimi consigli: in primis utilizzate, a protezione del catamarano in fase di ormeggio e disormeggio, parabordi rettangolari in schiuma poliuretanica da fissare con le sagole in murata e non i classici “salsicciotti”, che rischiano di rotolare lungo le fiancate del catamarano.

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